Di che cosa parliamo quando parliamo della "realtà"?
Quando pensiamo di dire "come stanno le cose" o "chi sono gli altri", in realtà, stiamo parlando anche di noi stessi. Cioè, della nostra relazione con quelle "cose" e con quegli "altri". Stiamo parlando del risultato di certe particolari connessioni.
Inoltre, quando descriviamo "la realtà" e "gli altri" chiamiamo sempre in causa, anche senza saperlo, quei processi che li hanno generati.
Se non ne siamo consapevoli, se non ci soffermiamo su questi processi e queste relazioni, restiamo fermi alla punta dell'iceberg. Stiamo dando per buone descrizioni incomplete o perfino illusorie e ingannevoli.
Per descrivere ciò che chiamiamo "realtà", per comprendere ciò che accade all'ambiente e alle persone e le ragioni per cui ciò accade, non dobbiamo indagare tanto sull'INDIVIDUO e sull'elemento puntiforme (umano, animale e vegetale che sia) ma sulle sue RELAZIONI CON L'AMBIENTE circostante; non tanto sul FATTO o sul fenomeno singolo ma sui PROCESSI che lo hanno generato.
Solo così potremo dire di comprenderlo e favorire una relazione sostenibile tra noi e l'ambiente.
INTERDIPENDENZA e PRIMATO DEL CONTESTO
"ACCOPPIAMENTO" TRA ORGANISMO E AMBIENTE,
RELAZIONE CIRCOLARE E AUTOORGANIZZAZIONE
DIVERSITÀ COME RISPOSTA VANTAGGIOSA AGLI INPUT DELL'AMBIENTE
RESPONSABILITA'
RELATIVITà DELLA CONOSCENZA E PUNTI DI VISTA